Venezia, 20 Febbraio 2021. «Il tema del futuro è lavorare a un progetto di gestione che tenga in dovuta considerazione un piano di manutenzione programmata al fine di far durare l’opera il più a lungo possibile» ha affermato il Commissario straordinario per il Mo.S.E., arch. Elisabetta Spitz, intervenendo alla tavola rotonda promossa dal Consiglio nazionale degli ingegneri, dall’Ordine degli ingegneri della provincia di Venezia, dal Collegio degli ingegneri della provincia di Venezia e dalla Federazione degli ingegneri del Veneto a margine del seminario “Il Mo.S.E.: prospettive e criticità di una grande opera pubblica italiana” tenutosi oggi sabato 20 febbraio 2021.

Ecco allora che l’avviamento dell’opera assume una connotazione centrale. «Il tema della sua gestione nel tempo va affrontato oggi – ha spiegato il Commissario -. La complessità tecnica dell’infrastruttura richiede una fase di programmazione della manutenzione molto efficace. È un’opera immersa nell’acqua e per questo gli interventi manutentivi devono essere attenti per consentirne l’efficienza nel tempo. La prima cosa sulla quale bisogna lavorare è la manutenzione provvisoria, compito che deve essere avviato a breve, per arrivare a definire una pianificazione manutentiva programmata che possa mantenere il sistema, contenerne i costi e nel tempo anche immaginare tutti gli adeguamenti che l’innalzamento del mare, le opere di transizione complessive, richiedono per poter rendere efficiente il sistema il più a lungo possibile».

Durante la tavola rotonda sono stati toccati anche altri due temi fondamentali sui quali c’è massima attenzione da parte dell’ente commissariale anche per le ricadute sull’economia e sulla comunità di Venezia e della laguna: le risorse e la quota di sollevamento delle barriere. «C’è un momento di tensione finanziaria dovuta a svariate ragioni ma che va affrontata e risolta – ha affermato l’arch. Spitz -. C’è un appuntamento, fissato dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro in programma la prossima settimana, a cui abbiamo aderito proprio per trovare le soluzioni ponte che in questo frangente sono necessarie. È importante infatti ricordare che le risorse complessive per completare il Mo.S.E. ci sono».

«Le barriere del Mo.S.E. possono essere sollevate a qualsiasi quota – ha spiegato poi il Commissario – ma la decisione della quota di sollevamento spetta alla comunità locale, agli stakeholder e agli organi che devono assumere questa decisione. Si tratta però di una scelta che può essere modificata in qualsiasi momento. La quota di 130 centimetri è assunta oggi ma nel momento in cui le opere del Mo.S.E. saranno concluse rendendo l’infrastruttura pienamente pubblica si potrà decidere la quota più idonea anche in funzione degli interventi di marginamento che saranno posti in essere». «Sappiamo che il Mo.S.E. è un’opera molto sensibile per cui il suo utilizzo può comportare anche una progressiva usura – conclude l’arch. Spitz -. Se si faranno interventi locali in contemporanea al suo funzionamento, progressivamente la quota di sollevamento potrà anche essere innalzata».