Oggi, nel corso del primo test di sollevamento simultaneo sin qui effettuato, alla presenza del Premier Giuseppe Conte e di altri esponenti istituzionali, si è completata la chiusura contemporanea di tutte le 78 paratoie mobili che costituiscono le quattro barriere del Mose di Venezia.
La prima a sollevarsi completamente, alle 12.15, è stata la diga di Lido San Nicolò, con 20 paratoie, seguita un minuto dopo da quella di Lido Treporti, con 21 paratoie, e da quella di Chioggia, con 18. Alle 12.25 si è concluso il sollevamento anche delle 19 dighe di Malamocco.
Le 78 paratoie del Mose, che in questo test si sono alzate in circa 90 minuti in quanto non sono ancora stati completati tutti gli impianti, a regime si eleveranno in 30. I test che si succederanno nei prossimi mesi serviranno per calibrare sempre più gli strumenti necessari al funzionamento dell’opera idraulica.

Giuseppe Conte: “Non siamo qui per una passerella”

“Siamo qui per un test, non per una passerella. Il governo vuole verificare l’andamento dei lavori“, ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Venezia. “E’ giusto avere dubbi, è giusta la dialettica, ma dico a chi sta protestando, ai cittadini e intellettuali, concentriamoci sull’obiettivo di completare il Mose” ha aggiunto Conte. “Facciamo in modo che funzioni – ha proseguito -. Di fronte all’ultimo miglio la politica si assume le proprie responsabilità e decide che con un ulteriore sforzo finanziario si completa e si augura che funzioni”.

De Micheli: “Opera travagliata, ma promessa mantenuta”

“Il Mose è stata un’opera travagliata e faticosa” ma oggi “non potevamo mancare, anche per quella sera del 12 novembre” dell’acqua alta eccezionale. Lo ha detto il ministro Paola De Micheli, sottolineando che “molti degli impegni presi quel giorno sono stati mantenuti”.

Commissario Spitz: “Ancora lavori, ma sarà operativo in autunno”

Il Commissario Straordinario per il Mose, Elisabetta Spitz, intervenendo alla cerimonia del primo test di sollevamento in contemporanea di tutte le 78 paratoie delle quattro barriere del Mose, ha dato il benvenuto al Premier Giuseppe Conte ne “l’isola che non c’era”, ovvero nell’isola artificiale realizzata alla bocca di porto del Lido di Venezia. ”Quest’opera vede 1.000 km di tubazioni, 100 km di cavi elettrici – ha spiegato – e già dal prossimo autunno in caso di maree alte o altissime saremo in grado di sollevare le paratoie e proteggere dall’acqua alta le isole della laguna e la città di Venezia”. “Il Mose non è finito, – ha, infine, aggiunto – ci sono ancora 18 mesi di lavori e test per arrivare alla fine dei lavori e a un collaudo finale e poi alcuni anni di rodaggio per avviamento e ottimizzazione del processo gestionale, quindi da domani saremo di nuovo al lavoro”.

Zanda: “Un opera necessaria” 

“Era dal 1966 che si aspettava una difesa per Venezia, un progetto straordinario e sono sicuro che il lavoro è stato condotto bene, quindi non solo per Venezia ma per l’Italia è una bellissima realizzazione, molto molto importante”, ha detto  il sen. Luigi Zanda, primo presidente del Consorzio Venezia Nuova, presente alla cerimonia per il sollevamento completo del Mose. “Purtroppo – ha aggiunto – è una storia che è stata macchiata, è stata sporcata. Però all’inizio c’era una necessità assoluta. Se la marea del ’66 non si fosse fermata ci sarebbero stati problemi seri per la città. Quindi è un’opera necessaria. Oggi stiamo assistendo a un test, dobbiamo avere fiducia, dobbiamo levare Venezia da un rischio mortale”, ha concluso.